lunedì 17 giugno 2013

Il magico mondo di musicale di "Nanaue"




"Nanaue" è il nome di un duo, di un disco, di un progetto. Matteo Nahum ed Emiliano Deferrari, entrambi genovesi e con numerose esperienze alle spalle in diversi ambiti artistici, hanno unito la voglia di suonare e comunicare dando vita ad un album intrigante, non commerciale, che necessita di ascolti attenti per apprezzare tutte le sfumature di composizioni che strizzano l'occhio al rock progressive di qualità e non solo.
Matteo Nahum, 40 anni una laurea in filosofia nel cassetto e collaboratore di Max Manfredi e Cristiano Angelini, nonché chitarrista de La Maschera di Cera, è sulle scene da molti anni. Ha suonato in diversi ambiti: jazz con Marco Leveratto, musica d'autore, flamenco-fusion con i Los Duendes di Marco Galvagno, cover rock band, musica etno acustica e rock progressive. Ha firmato anche numerose colonne sonore di spettacoli teatrali e di danza.
Emiliano Deferrari, 36 anni anche lui laureato in filosofia, è un polistrumentista che ha messo la sua firma su vari progetti. È stato cantante dei Real Dream, una tra le cover band dei Genesis più conosciute in Italia, del gruppo di musica popolare dell'est europeo, Ta'Am. Nel 2005 ha pubblicato l'album "So_Lo".
In questa doppia intervista parliamo di tutto quello che gira intorno a "Nanaue".




Matteo, raccontaci cosa è il progetto "Nanaue"...

Nahum: «Il progetto "Nanaue" è nato nel 2007 dall'incontro con Emiliano Deferrari. Galeotto fu MySpace e una serie di frequentazioni comuni nell'ambiente musicale genovese. Dopo aver sentito il suo disco solista ho capito che avrei voluto assolutamente scrivere qualcosa con lui. Direi che abbiamo scoperto molte affinità e, dalla prima canzone del 2007 ad oggi, abbiamo scritto più di 20 brani, che amiamo tantissimo, di cui una prima parte è stata pubblicata sul disco appena uscito per la Gutenberg Records/Primigenia Produzioni. Molti degli altri fanno parte regolarmente della scaletta dei concerti e sono in preparazione le versioni che comporranno il secondo disco».

Come è nato il vostro disco?

Nahum: «Emiliano ed io abbiamo fatto parte, in anni diversi e senza mai incontrarci, di una band genovese specializzata nelle cover dei Genesis, i Real Dream. Ci siamo incontrati altre volte in circostanze abbastanza differenti, persino durante il saggio di fine anno di una scuola di musica in cui ho insegnato. MySpace mi ha fatto conoscere le sue canzoni, di cui mi sono letteralmente innamorato, ed è ancora così ogni volta che arriva una sua nuova proposta per "Nanaue". Abbiamo iniziato un sempre più assiduo scambio di file, registrati nei rispettivi studi casalinghi, dal momento che non abitiamo nella stessa città, fino a sviluppare il materiale che compone il disco. In effetti la composizione procede talmente veloce che abbiamo più canzoni di quelle che potranno stare nel prossimo disco. In fondo "Nanaue" è il nostro parco giochi…».
Deferrari: «Io in realtà non mi ricordo del saggio di fine anno, ricordo invece un concerto di Peter Gabriel a Genova! Conoscevo e stimavo Matteo come un ottimo chitarrista, ma non sapevo nulla del Nahum compositore, e i suoi file, demo, provini e il disco dei Valnades Art mi hanno stregato. Ho capito di avere davanti a me un musicista completo e con un'apertura mentale veramente rara. Poi ho scoperto che è anche una persona deliziosa, democratica, rispettosa, onesta… Insomma ci sono state le condizioni migliori per poter lavorare insieme con entusiasmo».

Cosa significa "Nanaue"?

Nahum: «Nanaue è un semidio della mitologia hawaiana. La canzone dal titolo omonimo è nata prima di decidere di chiamare così l'intero progetto e racconta del ritrovamento del corpo di "Nanaue" su una spiaggia, evento che dà origine a una serie di considerazioni da parte di tutti i personaggi che sopraggiungono. "Nanaue" è un semidio con una doppia anima ed un doppio corpo, la testa e il tronco dello squalo e il resto del corpo dell'uomo. La sua natura è essere diviso tra l'istinto per la caccia e il sangue e il bisogno di amore, istinti contrastanti che sono anche all'origine della sua fine».
Deferrari: «La figura a cui fa riferimento Matteo è quella disegnata in un fumetto della Marvel, mentre la versione originale antropomorfa, cui si fa riferimento nella canzone, ha anche il volto umano, mentre dietro la schiena, nascoste da un mantello, vi sono le fauci di uno squalo!».

Il progetto ha portato con sé anche un disco molto interessante che mischia rock, sperimentazione e progressive...

Nahum: «"Nanaue", come dicevo, è il nostro parco giochi. Non ci sono regole o restrizioni, quello che ci piace fare, nel momento in cui ci va di farlo, lo proponiamo e lo realizziamo. Attingiamo da tutta la nostra storia musicale, sia in termini di ascolti che di esperienze lavorative che di studio. La tavolozza è quanto mai ampia e ci piace intrecciare i linguaggi, sotto ogni punto di vista. Le canzoni che sono nate fino ad ora sono tutte caratterizzate da una loro personalità molto forte e si possono trovare stili ed idee molto distanti tra loro, anche se tutto sommato sono tenute insieme da un filo conduttore dato dal nostro modo di comporre e di interagire. Se le canzoni che compongono il primo disco risentono abbastanza di un'anima prog, soprattutto per la "dilatazione" musicale che le caratterizza, quelle che sono state scritte successivamente sono più sintetiche ed asciutte. In effetti però non c'è una vera preferenza per un'idea di canzone in opposizione ad un'altra. Finché sarà possibile scriveremo assecondando liberamente i nostri desideri ed interessi».
Deferrari: «Il disco che hai sentito rappresenta il primo passo del nostro cammino, contiene cronologicamente le prime composizioni comuni. In genere quando due persone estranee si incontrano cercano un linguaggio comune con il quale comprendersi. Quello è ciò che è successo nell'album. Le nuove composizioni invece, che puoi ascoltare dal vivo insieme al materiale del disco, sono piuttosto un'avventura insieme verso nuovi territori inesplorati. Dovrai venirci ad ascoltare presto!».

L'inizio del disco riporta subito indietro al periodo d'oro del progressive. Qual è il vostro debito con questo genere musicale?

Nahum: «Entrambi abbiamo fatto parte dei Real Dream, entrambi amiamo moltissimo tanto Peter Gabriel quanto i Genesis - naturalmente "prima maniera", anche se personalmente trovo i Genesis dell'era pop egualmente efficaci, in quel genere -. Uno dei nostri primi incontri, precedenti alla nascita di "Nanaue", fu in effetti ad un concerto di Gabriel a Genova, nel 2004… A questo si aggiunga che per quattro anni ho fatto parte de La Maschera di Cera, una delle più importanti formazioni del nuovo prog italiano, insieme al Tempio delle Clessidre di cui è fondatrice Elisa Montaldo, nostra compagna di avventure - per nostra grande fortuna! - dal vivo. È naturale quindi che io sia legato a questa idea di canzone "estesa" che, anzi, mi è sempre sembrata ovvia fin da bambino, fin da molto prima di ascoltare il mio primo disco prog, "In the court of the Crimson King". Dell'idea originale del prog, mi continua ad affascinare il tentativo avventuroso di mescolare i generi dopo averli compresi a pieno, di superare i cliché, il che, a ben guardare, fa però parte di tutta la storia della scrittura musicale più riuscita. Chissà se Mahler, che amo praticamente fino alla follia, è prog».
Deferrari: «A 3 anni ascoltavo i Beatles ok, ma a 6 ogni mattina, appena sveglio, ascoltavo un lato della cassetta di "Selling England by the Pound". A 10 avevo tutta la discografia di Yes, King Crimson, Genesis e Pink Floyd. A 19 anni cantavo in una cover band dei Genesis, i Real Dream che poi videro Matteo come lead guitarist in anni successivi. Qualche ispirazione dal mondo del prog ce l'avrò pur avuta!».

Ci sono però anche accenni blues come in "Eternal Lover" e latin-funk in "Meet the Aeolist" che arricchiscono ulteriormente l'album…

Nahum: «Certo, e probabilmente nel disco nuovo ci sarà anche più funk. Tutto quello che amiamo ha diritto di cittadinanza, anche se nessun genere è preponderante nelle nostre canzoni. In effetti ogni stile diventa il pretesto per raccontare una storia, un po' come facevano i Queen più geniali che vestivano le canzoni con gli abiti più disparati, secondo l'occasione, senza per questo ripetere precisamente i cliché dei generi che toccavano. "Eternal Lover" ha certamente un'anima blues, ma declinata con la libertà e lo spazio dei Pink Floyd ed anzi, il solo centrale è "arrivato", così come è registrato, con la notizia della scomparsa di Rick Wright, verso cui è un omaggio un po' commosso».
Deferrari: «Il genere musicale non è un confine invalicabile per noi, piuttosto è il vestito migliore per una composizione musicale, quello che permette all'armonia, alla melodia e al racconto di fiorire nel migliore dei modi possibili».

Con le canzoni dell'album toccate tanti generi ma quale è il filo conduttore di questo disco?

Nahum: «Da un punto di vista strettamente musicale, il filo conduttore credo si trovi un po' nella complessità - che è ben diversa, pensiamo, dalla "pesantezza" - della scrittura. Più continuiamo a creare canzoni più, abbastanza curiosamente, scopro che tendiamo anche ad influenzarci reciprocamente e questo è molto divertente. Firmiamo le nostre canzoni sempre al cinquanta per cento, indipendentemente da chi abbia dato vita allo spunto originale. Forse un giorno ognuno di noi scriverà qualcosa secondo lo stile che sembra, a prima vista, quello dell'altro. Un po' come per "All you need is love" e "The fool on the hill" per Lennon e McCartney! Poi, ci sono le storie dei personaggi che sono al centro delle canzoni».
Deferrari: «Il disco è fatto di sei racconti sofisticati più un'introduzione e una coda. Dal punto di vista narrativo, ogni brano esplora le forze opposte che muovono le creature umane - o quasi -, le aporie e le incongruità degli uomini, siano esse fisiche, etiche, sentimentali».

Matteo, nel corso della tua carriera sei riuscito a vincere due volte il Premio Tenco. Non è da tutti…

Nahum: «Il primo disco vincitore a cui ho preso parte è "Luna persa" di Max Manfredi, disco per il quale ho suonato e partecipato in piccola parte alla stesura degli arrangiamenti. È un disco meraviglioso ed è una grande fortuna averne fatto parte, soprattutto per i grandi musicisti ed amici che hanno contribuito alla sua realizzazione in maniera decisiva. Il disco ha vinto la Targa Tenco, molto meritatamente. Il secondo disco, a due anni di distanza, è quello di Cristiano Angelini. "L'ombra della mosca" che ha invece vinto l'Opera Prima e, in questo caso, sono doppiamente felice dal momento che gli arrangiamenti sono stati scritti per la quasi totalità da me - con un grande contributo di Federico Bagnasco, peraltro uno degli artefici di "Luna persa" -, oltre ad essermi stata assegnata la direzione dei lavori. È stata una bellissima avventura e non sarà facile dimenticare la telefonata di Cristiano, ricevuta in autostrada, che mi informava della vittoria… Senza entrare nella noiosa questione se esista una "scuola genovese" della canzone o meno, certamente è vero che ci sono molti autori, qui, di livello altissimo, che interagiscono e si influenzano reciprocamente. Se a questo si aggiunge il numero di musicisti eccezionali - che si trovano anche nei dischi menzionati, così come in quello di "Nanaue" - che vivono e lavorano in questa città, è facile capire come possa succedere di arrivare a fare dischi importanti».

Matteo, cosa ti ricordi della tua esperienza artistica a fianco di Max Manfredi e Cristiano Angelini?

Nahum: «È un'esperienza che continua, ci sono nuovi progetti e concerti in cantiere quindi siamo ben distanti dalla dimensione del "ricordo". Entrambi sono pronti per realizzare i nuovi lavori, quindi i prossimi mesi saranno certamente dedicati anche a questo».

Jazz, progressive rock, flamenco, canzone d'autore. Sono tutti generi dove hai lasciato la tua impronta. Che tipo di chitarrista sei e in quale genere ti senti più a tuo agio?

Nahum: «Sono un chitarrista "non chitarrista". Cerco di essere il chitarrista che serve all'arrangiatore che sono, nel momento in cui sto affrontando una canzone. Non sono mai stato capace di abbracciare un genere in maniera definitiva, il che è contemporaneamente un limite ed una risorsa. Ci sono certamente tanti specialisti più bravi di me per ogni genere musicale ma, altrettanto certamente ho a disposizione un punto di vista molto più ampio. C'è un episodio buffo che mi diverte ricordare a questo proposito. Qualche anno fa partecipai ad un bellissimo seminario di tre giorni con Pat Metheny - musicista e persona che stimo tantissimo -, a Ravenna Jazz. La prima mattina, appena sedutosi, iniziò con la domanda ‹quanti chitarristi ci sono qui?›. Tutti con le mani alzate tranne io, che stavo in prima fila. La seconda domanda fu ‹quanti musicisti ci sono, invece?›. Alzai la mano e lo vidi che mi guardava ridendo. Mi sono girato indietro e di mani alzate ne ho viste proprio poche.
Detto questo, è anche vero che mi piace molto studiare lo strumento, forse persino troppo, e questo mi ha portato a padroneggiare tanti generi in modo credibile. Sono persino diplomato in chitarra classica anche se, di fatto, non sono mai stato un concertista in questa area, che peraltro adoro e continuo ad esplorare, di tanto in tanto. Certamente non punterei su di me in una gara tra chitarristi, però mi vorrei in squadra al momento di registrare un disco e, altrettanto, quando mi riguardo su Youtube, mi accorgo che non tanti possono fare proprio tutte quelle cose».


Nel corso della tua carriera hai firmato anche le colonne sonore di una decina di spettacoli teatrali e di danza confermando la tua versatilità artistica...

Nahum: «La scrittura è la cosa che mi appassiona di più, la cosa che tipicamente mi fa perdere il senso del tempo, anche se devo alternarla alla chitarra per fare in modo che l'una faccia riposare e restituisca vitalità all'altra. In effetti una mia grande passione è il cinema, non passa settimana senza uno o due film in sala, ed è abbastanza ovvio che ne sia nato l'interesse per la musica, per le immagini o, più in generale, per media come il teatro. In effetti non escludo che nel prossimo futuro questa parte della mia vita diventi quella preponderante, o almeno è quello che mi auguro e per cui sto operando. Ho lavorato per molti spettacoli di Alessandro Langiu, un autore ed attore tarantino che ha scritto lavori molto interessanti ed importanti su tematiche legate all'ambiente ed alla legalità. Esperienze molto belle che hanno portato anche musiche di cui sono molto felice. Un ricordo molto emozionante è legato all'esperienza con Francesca Zaccaria, una bravissima danzatrice con cui abbiamo creato una performance per il festival Corpi Urbani di Genova, coadiuvati dal coreografo e danzatore Giovanni Di Cicco».

Emiliano, sei nato a Genova ma da un po' di tempo ti sei trasferito a Roma. Che differenze hai riscontrato in ambito musicale tra le due città?

Deferrari: «Mi sono trasferito a Roma dieci anni fa, per musica e per amore! È una scelta che rifarei, non perché io non sia profondamente legato alla mia terra natale, alla sua peculiare bellezza, e al carattere così irritante dei suoi abitanti, ma perché avevo semplicemente bisogno di cambiare. Vedere le cose da una prospettiva più ampia, sentirsi un po' stranieri. L'ho fatto ed sono venuti fuori un album e due Ep, un matrimonio, un bimbo bellissimo. Da tre anni mi sono trasferito ai Castelli Romani, a due passi da Roma, ma con il profumo della natura e il cibo più genuino».

Ho notato che sul tuo sito internet si posso scaricare gratuitamente le tue esibizioni dal vivo. Quali sono le tue idee sulla diffusione della musica?

Deferrari: «Nel 2005 pubblicai il mio primo album solista con una licenza Creative Commons - penso di essere stato uno dei primi in Italia -, una licenza che permetteva ai possessori del cd di copiare la musica e diffonderla gratuitamente a meno che non fosse stato per fini economici. Suonai anche al primo Creative Commons Festival vicino a Venezia, insieme a molte realtà musicali legate alla diffusione della musica al di fuori delle forche caudine del vecchio copyright. Poi, per esigenze pratiche dovetti iscrivermi alla SIAE, essendo molto difficile essere coautore di brani insieme a iscritti SIAE per questioni burocratiche che non vado a spiegarti. È pur vero che, sia io che Matteo abbiamo un'impressione molto negativa sul lavoro e sulle condizioni della società italiana per il diritto d'autore. Pensa che ogni giorno ci informiamo su come fare per "emigrare" in altre società dell'Unione Europea, molto più democratiche, trasparenti ed economiche. Per tornare a bomba sulla tua domanda, ritengo che ogni autore debba poter scegliere cosa fare della propria musica, e come diffonderla. Molti di noi regalano brani o concerti su internet, sui propri blog, siti o social network, sapendo paradossalmente di infrangere la legge. Questo mi sembra francamente ridicolo».

Guardandovi indietro quali sono stati i momenti più piacevoli della vostra carriera?

Nahum: «Ci sono molto ricordi piacevoli legati alla musica. Esempi recenti ed ovvii sono quelli legati alle Targhe Tenco, o ai primi concerti di "Nanaue", ma in effetti i giorni a cui sono più affettivamente legato sono quelli della Bologna dei primi anni 2000, con un progetto meraviglioso che si chiama Valnades Art, di cui è possibile vedere molti video in rete. Effettivamente, oltre alla bellezza della musica, ci sono molti ricordi personali che sono legati a questo progetto, i primi viaggi, le prime avventure - e disavventure!! - da musicisti, le prime notti in giro. Sono stato fortunato a viverle con persone che sono fratelli prima ancora che colleghi e sono certo che è un'avventura destinata a riprendere. In effetti, dopo 15 anni di musica in giro, mi trovo per la prima volta nella condizione di potermi voltare indietro e fare i conti con tutti questi ricordi, è una sensazione molto piacevole».
Deferrari: «L'uscita del mio album solista il primo agosto del 2005! La data peggiore per la pubblicazione di un album, ma era tanta la gioia per vedere il cd, il libretto, le mie note di copertina… e la musica, finalmente distribuita per l'etere e venduta ai primi concerti. E poi la prima recensione del mio album, mi ricordo fu Rockerilla a scrivere parole lusinghiere. Ricordo con grande affetto tutti i viaggi in giro per lo stivale che ho fatto per suonare la mia musica, da solo o in duo, e oggi nelle varie incarnazioni live di "Nanaue", insieme a Matteo. Ancor prima però ricordo le mie prime sessioni in una vera sala di incisione, nel marzo-aprile del 1999, in Islanda. A quei tempi studiavo all'Università di Reykjavik e fui contattato da un bravissimo cantautore italo-islandese, Leone Tinganelli, per suonare la chitarra, cantare e produrre artisticamente un suo album di musica italiana per il mercato islandese. Fu una maniera alquanto singolare per cominciare la mia carriera in sala d'incisione».

Attualmente in quale ambito sono indirizzati i vostri ascolti musicali?

Nahum: «Da un anno a questa parte sono "caduto nel tunnel" di Mahler e non credo ci sia un rimedio, è fortunatamente incurabile. In effetti ascolto molta musica orchestrale - forse potrei dire colloquialmente e impropriamente "classica" - dal momento che leggo continuamente manuali di orchestrazione, che è una bella scusa per approfondire musica meravigliosa. Amo tantissimo Ravel, Debussy, Mozart, Bach... Ascolto anche molte colonne sonore, cerco di restare aggiornato su quello che succede e trovo che sia uno dei pochi campi nella musica commerciata dove c'è ampio margine per la creatività. A questo proposito consiglio a tutti la colonna sonora di "Tin Tin" di Spielberg, scritta da John Williams, è un'esplosione di intelligenza musicale e creatività. Di recente ho ascoltato "Grand Hotel" dei Procul Harum, non mi ero mai reso conto di quanto "fossero Nanaue" e poi i miei amatissimi Focus, del grande Thijs van Leer, organista, flautista, compositore e essere umano meraviglioso, incontrato a Roma nel 2011 in occasione della prima edizione del Prog Exhibition, con La Maschera di Cera».
Deferrari: «Ascolto qualsiasi cosa sia degna di essere ascoltata, quindi posso solo dirti cosa c'è al momento nel mio Ipod. 9 sinfonie di Beethoven che ho ri-ascoltato in loop per almeno due mesi nel tardo inverno, "Grand Hotel" dei Procol Harum - che ho consigliato io a Matteo -, "33 and 1/3" di George Harrison, album di gran classe del 1976 - ascoltate "See yourself" e capirete qualcosa in più di "Nanaue" -, "Random Access Memory" dei Daft Punk - una godibilissima antologia della musica dance immersa in un divertente sogno – pantomima – hype, chiama come vuoi due francesi travestiti da robot dal 1997! -, "Tresspass" dei Genesis, nella meravigliosa versione remixata e rimasterizzata del 2010, "Bolivia" di Gato Barbieri, che dal primo ascolto, all'età di 12 anni è diventato uno dei motivi per cui sono e mi sento un musicista. E poi tutti i provini del prossimo album di "Nanaue", che sarà veramente una bomba!».

È presto per chiedervelo, ma sapete già in quale direzione andrà la vostra musica?

Nahum: «Quando prendo una direzione precisa, avverto subito il bisogno di andare nella direzione opposta. È un approccio schizofrenico ma mi porta a visitare sempre nuovi territori. Attualmente cerco di studiare orchestrazione in ogni momento disponibile, poi magari registro delle parti di batteria e chitarra elettrica. Certamente avrà sempre più importanza la musica per immagini, certamente proverò a spingermi in direzioni che ancora non mi appartengono per cercare di far mio qualche elemento nuovo».
Deferrari: «Direi la mia! Ho sempre scritto e suonato quello che volevo e sentivo, qualsiasi direzione prendo la prende la mia musica, quando succederà il contrario… non sarò più io. Ho un album solista quasi pronto, fermo dal 2010 per fare spazio all'onda lunga di "Nanaue". Un giorno lo concluderò, ma sono più interessato a lavorare ai diversi progetti comuni con Matteo. Non possiamo dire nulla di preciso ma tra dvd, album nuovi e idee per musical ne abbiamo per un quinquennio almeno».

Per finire vi invito a rispondere alle dieci domande secche.

- Aratro o zappa? Nahum: Zappa, Frank. Deferrari: Zappa, come Frank che ha sempre fatto tutto con le sue mani!
- Elicottero o deltaplano? Nahum: Elicottero, ma pilotato davanti allo schermo di un computer e tutto fatto di pixel. Era una cosa che amavo molto ai tempi del Commodore 64. Immagino che ora siano più complicati. Deferrari: …poltroncina in business class no, eh?
- Bagna cauda o cacciucco alla livornese? Nahum: È possibile tutti e due? Deferrari: Cacciucco, o la bouillabaisse maremmana!
- Ragno o scorpione? Nahum: In questo caso nessuno dei due, sono totalmente aracnofobico e se ci fosse un termine per la fobia degli scorpioni, sicuramente avrei anche quella. Deferrari: Ragno, vorrei avere tutte quelle braccia.
- Alfa o omega? Nahum: Uhm… per uno che ha letto un bel po' di volte "Essere e Tempo" di Heidegger - nessuno è perfetto, sono laureato in filosofia, disgrazia che condivido con Emiliano -, certamente Omega, come orizzonte costantemente presente. Deferrari: Tutto ciò che sta in mezzo tra alfa e omega.
- Ripido o in salita? Nahum: Ripido! Nel senso dell'allenamento e dell'ostacolo da superare per migliorarmi. Deferrari: È uguale, quello che importa è la pendenza in percentuale.
- Sei o 12 corde? Nahum: Quello che serve quando serve. Deferrari: È una domanda troppo generica, 12 corde in 6 gruppi di due o in 4 gruppi di tre? ...purché suonino!
- Rivoluzione francese o Rivoluzione d'ottobre? Nahum: Qui e oggi, decisamente quella francese. Ma le rivoluzioni, tutte, si scontrano col materiale statisticamente scadente a cui si applicano: gli esseri umani. Deferrari: Rivoluzione non violenta.
- Sogni o realtà? Nahum: Realtà modellata dai sogni. Deferrari: La realtà comprende i miei sogni.
- Aprile o novembre? Nahum: Aprile per la canzone di Max, novembre per la temperatura e la pioggia. Niente che vada da giugno a settembre, grazie, odio l'estate molto più di Bruno Martino. Deferrari: Questa domanda è su un piatto d'argento per Matteo. Io dico: tutto ciò che va da giugno a settembre, qualcuno deve pur lavorare quando Matteo va in letargo estivo!


Titolo: Nanaue
Artisti: Matteo Nahum e Emiliano Deferrari
Etichetta: Gutenberg Music/Primigenia Produzioni
Anno di pubblicazione: 2013

Tracce

01. Intro
02. Charming gaze
03. Nanaue
04. Meet the Aeolist
05. Eternal lover
06. Perspectives
07. Sleepy drive
08. Nanaue (repirse)



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