sabato 24 settembre 2016

Catalpa e "Il suono lontano" di un'altra Firenze





Sono passati un po' di mesi da quando ho approntato questa intervista. Complice la pausa estiva e i tanti concerti che per fortuna nel periodo più caldo dell'anno si susseguono a ritmo incessante, riprendo il discorso solo in questi giorni. Giusto in tempo per riascoltare con piacere "Il suono lontano", il primo album dei Catalpa, duo fiorentino composto dall'ex componente dei Barbed Wire Temple, Axel Pablo Lombardi (voce e chitarra), e da Giuseppe Feminò, batterista e percussionista tornato a suonare dopo aver chiuso l'esperienza con l'Orchestra de Felicitade. Il disco continue tredici brani ambientati per lo più a Firenze, ma non in quella che attira tutti gli anni milioni di turisti bensì in quella popolare, dei quartieri, della vita fatta di sacrifici e lavoro. Storie di vissuto quotidiano che hanno come sottofondo Piazza dell'Isolotto, il Ponte di Mezzo, Sorgane, San Niccolò ma che potrebbero essere ambientate benissimo in altre periferie, non solo italiane. Tredici fotografie in bianco e nero della vita di tutti i giorni.
Un disco d'esordio interessante, forse non in grado di entrare subito nella testa dell'ascoltatore ma in cui la passione e la voglia di esprimersi traspare in modo evidente. Registrate in presa diretta chitarra e batteria, sono state aggiunte successivamente voce, basso (Francesco Notarbartolo) e fiati (Simone Morgantini). Sul piano meramente musicale l'impostazione cantautorale si sposa con marcati accenni rock e blues. Ballate intime lasciano il posto a brani più tirati dove le chitarre sono protagoniste indiscusse come nella title track e in "Sorgane", canzone che chiude il cd.
A presentarci il loro disco d'esordio sono Axel Pablo Lombardi e Giuseppe Feminò.




Iniziamo questa chiacchierata parlando del progetto Catalpa. Come è nato e soprattutto perché ha visto la luce?

Giuseppe Feminò: «Il progetto Catalpa (inizialmente Vagalume) nasce dall'incontro musicale di Axel, Giuseppe e Claudio a una festa di laurea di un amico in comune. Decidiamo di ritrovarci in sala e cominciamo a suonare dei brani di Axel, ostici al primo ascolto ma illuminanti col tempo. Claudio è costretto a lasciarci per dedicarsi al suo progetto preesistente e principale (Dangerego) e rimaniamo in due. Scherzosamente ci chiamiamo Eurithmics. Cerchiamo nel tempo elementi da inserire per ampliare le sonorità ma si rivelano tutti tentativi abbastanza deludenti. Le costanti prove ci portano a completare un numero di brani sufficiente per realizzare un disco, che è quello che vogliamo fare. Il vedere la luce ha un significato che non riesco ad accostare al nostro progetto, diciamo che costanza e applicazione portano a risultati più o meno importanti».

Quando penso alla parola catalpa mi vengono in mente due cose: l'album di debutto di Jolie Holland e l'albero tipico dell'America settentrionale. Voi che catalpa siete?

Axel Pablo Lombardi: «Siamo la catalpa che cresce nei giardini e nei parchi dalle nostre parti».

Nella vostra musica, seppur in qualche frangente venga fuori la vena punk blues di Axel, è predominante la matrice cantautorale di scuola italiana. Quanto siete legati a quel genere?

Axel Pablo Lombardi: «Sono cresciuto ascoltando altri generi musicali ma la musica italiana fa parte della mia cultura, mi circonda da sempre: le ninne nanne e le filastrocche dell'infanzia, le canzoni urlate con gli amici sul motorino, la radio, la televisione... videomusic! Quindi per fare qualche nome: Battisti, Dalla, Pino Daniele, Rino Gaetano e Piero Ciampi. Mi sono piaciuti molto i primi dischi di Moltheni anche perché non conosco i successivi, e poi gli Skiantos, i Flor e Pippo Pollina».

Giuseppe, dopo aver concluso l'esperienza con l'Orchestra de Felicitade, ti sei allontanato dalla musica per un po' di tempo. Cosa ti ha spinto a riprendere in mano le bacchette?

Giuseppe Feminò: «Premesso che con l'orchestra suonavo le percussioni e cantavo, ho ripreso le bacchette in mano perché i brani di Axel mi sono piaciuti, vivono una dimensione a mia misura. Suonare fa bene all'umore: la possibilità di essere creativo, le ore piccole, i vizi a ciascuno i suoi, fanno vivere meglio».

La scena musicale fiorentina, e più in generale toscana, è molto viva, ci sono tanti artisti di ottimo livello che stanno producendo musica di qualità. Da dove arriva tutto fervore artistico?

Giuseppe Feminò: «Abito in campagna e non conosco la scena musicale fiorentina o toscana, posso azzardare ad indovinare dicendo che a Firenze e in Toscana c'è dell'ottimo vino».

Le canzoni del vostro disco sono quasi tutte ambientate a Firenze e dipingono quadri di vita in quartieri che conoscete bene. Trovate che la quotidianità sia stimolante da cantare?

Axel Pablo Lombardi: «Bella domanda. Penso che la vita sia piena di cose belle, alcune molto piccole e semplici che si trovano proprio nella quotidianità, ed è un peccato lasciarsele scappare!».

Ma ci sono anche i ricordi delle estati in Versilia…

Axel Pablo Lombardi: «A Vittoria Apuana c'è la casa della nonna di mia moglie, dove, oltre ad andarci d'estate con la famiglia, mi capita di stare qualche giorno da solo d'inverno quando faccio dei lavori in Versilia. La sera quando ho finito di lavorare faccio notte a suonare e scrivere canzoni, faccio anche delle belle passeggiate sulla spiaggia, e in una di quelle ho ascoltato il messaggio di mio figlio in segreteria che mi ha fatto venire la voglia di scrivere quella canzone».

"Hotels & homeless" è ambienta invece a Genova con i suoi ‹palazzi molto alti appiccicati l'un l'altro, vicoli strettissimi marchiati a fuoco dall'umidità›…

Axel Pablo Lombardi: «Altro viaggio di lavoro. Dovevo imbiancare l'appartamento di un amico a Genova, siamo arrivati con la sua macchina, poi un imprevisto non mi ha permesso di poter lavorare e per tornare a casa ho dovuto prendere il treno, che tra l'altro era stato soppresso per la neve. Quindi per passare il tempo ho fatto una lunga passeggiata intorno alla stazione, faceva molto freddo però è stata molto piacevole».

San Niccolò, il quartiere dell'Isolotto, il lungarno… Ci volete stimolare a visitare Firenze?

Axel Pablo Lombardi: «Diciamo che racconto questi quartieri da visitatore, ci arrivo molto presto la mattina, faccio spesso una salutare passeggiata prima di andare a lavoro, mi dà la stessa sensazione di libertà di quando facevo "forca" a scuola e vagabondavo per Firenze».

Quartieri in cui non è raro assistere agli ‹umani sforzi di risorgere›…

Axel Pablo Lombardi: «Guardandosi intorno si può vedere tanta brava gente, ognuna di quelle persone compie ogni giorno enormi e umani sforzi per risorgere…».

In "Ponte di mezzo" regalate un bel quadro di integrazione razziale cantando ‹cinque bambini giocano alla fontana, bianchi neri e uno viene dal Perù evviva voi, insegnateci il futuro lentamente›. I bambini sono degli ottimi insegnanti...

Axel Pablo Lombardi: «I bambini ci riportano alla vera essenza della vita. Quei bambini che giocano insieme alla fontana provengono da varie parti del mondo e condividono la loro gioia sopra ogni pregiudizio, se potessero crescere in modo naturale, come meriterebbero, liberi da ogni sovrastruttura sociale o culturale, potrebbero veramente insegnarci un futuro migliore».

La vostra Firenze è la stessa di quella del Presidente del Consiglio?

Axel Pablo Lombardi: «Firenze è Firenze, ci contiene tutti, ognuno ha la sua dimensione e il suo piccolo grande universo, è la mia, quella di Giuseppe, del Presidente del Consiglio, di chi tira il pane ai piccioni in piazza e di chi scippa le borse, di chi non ha i soldi per mangiare e di chi va al Grand Hotel».

La copertina ritrae un particolare del ponte all'Indiano, cosa rappresenta per voi quell'immagine?

Giuseppe Feminò: «Se tornassimo indietro nel tempo e volessi andare a casa di Axel potrei passare solo dal ponte all'Indiano. Isolotto e Campi Bisenzio sono i nostri luoghi di origine, il ponte all'Indiano li collega».

Come suonerà "Il suono lontano" dal vivo?

Axel Pablo Lombardi e Giuseppe Feminò: «Speriamo bene».



Titolo: Il suono lontano
Gruppo: Catalpa
Etichetta: autoproduzione
Anno di pubblicazione: 2016

Tracce
(testi e musiche di Axel Pablo Lombardi)

01. Cercis Siliquastrum
02. Hotels & homeless
03. Catalpa
04. Il biglietto del '66
05. Un panino al pollo
06. Baia verde
07. Piazza dell'Isolotto
08. San Niccolò
09. Vittoria Apuana
10. Ponte di mezzo
11. Il suono lontano
12. Bella luna
13. Sorgane